Saluti a… Michael Rogers, il tuttofare sempre vincente
Questioni di cuore fanno avvicinare alla propria vocazione, così come possono porne fine. Lo sa bene Michael Rogers, giunto in Europa a sedici anni dall’Australia per inseguire un sogno che, a 36 anni, si è esaurito a causa di un problema cardiaco. Nato il 20 dicembre del 1979 a Barham, nel Nuovo Galles del Sud, Rogers si trasferisce nel Vecchio Continente alternando l’attività su strada con quella su pista. Le tre maglie iridate contro il tempo testimoniano la sua spiccata propensione verso le cronometro e rappresentano i punti più alti della sua carriera, ottenute dal 2003 al 2005 in maglia Quick Step. Lo stesso gruppo sportivo gli ha aperto le porte al professionismo nel 2001, quando la squadra si chiamava Mapei – Quick Step. Nel 2002 comincia la stagione nel vivaio della Mapei, per poi passare di nuovo alla corazzata italiana a fine agosto: l’australiano non cambia casacca fino al 2006, anno in cui approda alla T-Mobile di Jan Ullrich. La sua presenza nel team tedesco è confermata anche per l’anno seguente, mentre nel 2008 firma con la Columbia, formazione statunitense nata sulle ceneri della T-Mobile. Frenato dalla mononucleosi nella prima parte della stagione, nei due anni e mezzo seguenti realizza stagioni di alto profilo in forza alla squadra americana, che vede dal 2007 l’entrata dello sponsor Htc. Nel biennio 2011 – 2012 corre per il Team Sky: se il primo anno è stata una stagione sfortunata, non altrettanto si può definire il secondo, in cui sorprende per costanza di rendimento. Nel 2013 si accasa alla Saxo Bank – Tinkoff (poi Tinkoff-Saxo e Tinkoff), gruppo sportivo con il quale corre fino al termine della sua carriera: il 25 aprile 2016 infatti, in seguito a un’aritmia cardiaca diagnosticata in seguito al ritiro dal Dubai Tour a febbraio, annuncia il ritiro dal ciclismo professionistico.
LE GIOIE
Cresciuto non lontano da Canberra, Michael si trasferisce in Europa nel 1995 grazie al supporto dell’Australian Insititute of Sport, per il quale corre da dilettante, e muove i suoi primi passi nel ciclismo su pista seguito da Charlie Walsh. Ottiene risultati importanti in campo giovanile nelle specialità dello Scratch, della Corsa a punti e dell’Inseguimento, individuale e a squadre. Nel 1999 viene ingaggiato dalla Mapei Espoirs, che gli offre nel 2000 l’opportunità di correre in qualità di stagista tra le fila di una squadra di primissimo piano. I primi squilli arrivano nel 2000, quando viene schierato da una rappresentativa nazionale australiana al Tour Down Under, Rogers si distingue cogliendo il suo primo successo in una gara professionistica nella seconda tappa della competizione e vestendo per due giorni la maglia di leader della classifica generale. L’ascesa non si ferma qua perchè in agosto prende parte alle Olimpiadi di Sydney con la nazionale australiana di inseguimento su pista, raggiungendo il quinto posto finale: un’esperienza, quella olimpica, che Michael ripeterà per altre tre volte in carriera. L’anno seguente arriva il momento del grande salto: dalla Mapei Espoirs passa alla Mapei – Quick Step, esordendo come professionista. L’australiano si mette in mostra cogliendo due secondi posti al GP Eddy Merckx e al Duo Normand: le buone prestazioni contro il tempo, fra le quali quella nella gara normanna, gli permettono di disputare il Mondiale a cronometro di Lisbona, che conclude in ventunesima posizione. Nel 2002 avvia la stagione tra le fila della Mapei – Quick Step – Laxteco, la seconda squadra della Mapei, ma le vittorie al Tour Down Under a gennaio e al Tour de Beauce a giugno gli aprono di nuovo le porte alla prima squadra: l’ottavo posto al campionato del mondo a cronometro e le due top ten al GP des Nations e alla Chrono des Herbiers testimoniano la sua crescita nelle prove contro le lancette. La consacrazione non tarda ad arrivare: nel 2003 Rogers compie il definitivo salto di qualità che gli permette di essere annoverato come uno dei più talentuosi passisti e cronomen in circolazione. In forza alla Quick Step, vive una primavera ricca di soddisfazioni nelle brevi corse a tappe, con la vittoria al Giro del Belgio a maggio, al Giro di Germania e alla Route du Sud a giugno: risultati che rivelano le sue discrete doti di scalatore e una ammirevole costanza. Viene schierato al via del Tour de France per la prima volta terminandolo in quarantaduesima posizione, ma soprattutto il 10 ottobre, ai Campionati mondiali svoltisi in Canada, ottiene la maglia iridata a cronometro, precedendo i tedeschi Peschel e Ritz. Una vittoria che non è maturata sulla strada, perché il verdetto è stato consegnato un anno più tardi in seguito all’ammissione da parte del primo classificato David Millar dell’uso di sostanze dopanti. La conferma, tuttavia, non tarda ad arrivare e nel 2004 si laurea nuovamente Campione del mondo contro il tempo. Inizia la stagione cogliendo un buon ottavo posto alla Parigi – Nizza e un discreto sesto posto al Giro del Lussemburgo, prima di concentrarsi sul Tour de France, che termina in ventiduesima posizione, migliorando il piazzamento dell’anno passato. Dopo il Tour, Michael è impegnato sulle strade di Atene nella gara Olimpica a cronometro: termina la gara in quarta posizione, ma in seguito alla squalifica di Tyler Hamilton, avvenuta nel 2012, gli viene assegnata la medaglia di bronzo. Rogers prende la sua rivincita a Verona, dove coglie il successo nel Mondiale a cronometro precedendo Rich di 1 minuto e 12 secondi. Si sa che, tuttavia, non c’è due senza tre, e la tripletta arriva nel 2005: sulle strade di Madrid Michael diventa il primo ciclista a cogliere tre successi consecutivi in un prova iridata contro il tempo.
Le buone abitudini è bene non perderle, e Rogers lo sa: come negli anni precedenti, in primavera è impegnato in brevi gare a tappe e i risultati che ottiene lo proiettano come uno dei migliori in queste prove: la sua escalation inizia col nono posto alla Settimana Coppi&Bartali e termina con il secondo posto al Giro di Svizzera, passando per le top ten ottenute alla Volta a Catalunya e alla Vuelta a Pais Vasco. Al Tour non riesce a migliorarsi e conclude la Gran Boucle in quarantunesima posizione, per poi riscattarsi parzialmente al Tour of Britain, che termina in terza posizione nella classifica generale, prima di cogliere il terzo alloro a cronometro e il secondo posto alla Chrono des Herbiers. Nel 2006 l’australiano approda alla T-Mobile: la squadra tedesca permette a Rogers di correre per la prima volta il Giro d’Italia. Una volta tenute le prime posizioni della generale grazie a una cronometro individuale e una cronosquadre, perde terreno alla seconda tappa di Montagna a Passo Lanciano e si ritira alla dodicesima frazione. A luglio si presenta ai nastri di partenza del Tour de France in supporto a Jan Ullrich: il tedesco, uno dei principali pretendenti alla vittoria della corsa, viene fermato prima del via a causa dello scoppio del caso legato all’Operacion Puerto. Rogers affianca così Kloeden in qualità di capitano per la squadra tedesca, supportando comunque il tedesco in salita: non brilla particolarmente, ma riesce comunque a portare a casa un ottimo nono posto, testimoniando la sua crescita nelle gare di tre settimane. Il finale di stagione risulta più amaro per Michael: alla cronometro iridata di Salisburgo non va oltre all’ottavo posto, lasciando il testimone a Fabian Cancellara. La campagna primaverile dell’anno seguente non si dimostra al livello di quella degli anni passati a parte il secondo posto al Giro di Catalogna e, dopo il ritiro al Tour de Suisse, si frattura una clavicola al Tour durante l’ottava tappa e nel finale di stagione non prende neppure parte ai Campionati mondiali. La sfortuna lo accompagna anche nella prima metà del 2008: Rogers infatti è preda della mononucleosi fino al mese di maggio. Approdato alla Columbia, squadra nata sui resti della T-Mobile dopo l’abbandono dello sponsor teutonico, non prende parte a nessun grande giro, facendo segnare come primo grande risultato della stagione il quinto posto alle Olimpiadi di Pechino nella gara a cronometro, preceduto da un discreto secondo posto al Sachsen Tour, che ha concluso dietro colui che a settembre si sarebbe laureato nuovo Campione del mondo contro il tempo a Varese, Bert Grabsch. L’inverno a cavallo tra il 2008 e il 2009 regala al passista australiano una condizione tale che gli permette di vincere nel mese di gennaio il campionato australiano a cronometro, mentre si piazza al secondo e al sesto posto rispettivamente alla prova in linea e al Tour Down Under. Al Tour of California, nel mese di febbraio, dimostra i suoi miglioramenti in salita classificandosi al terzo posto nella tappa regina e anche nella generale: si piazza anche al Giro dei Paesi Baschi, concluso al terzo posto, ma ottiene il suo migliore risultato in una gara di tre settimane al Giro d’Italia 2006, che conclude al sesto posto, riuscendo a tenere testa ai migliori della generale in tappe cruciali quali quelle con arrivo al Blockhaus, ad Alpe di Siusi o a Pinerolo, prima di perdere terreno sull’ultimo arrivo in salita al Vesuvio e senza brillare nella cronometro conclusiva di Roma, dove sulla carta era fra i favoriti. In seguito ad una seconda parte di stagione opaca, Rogers torna a brillare nel 2010 ottenendo grandi risultati nelle brevi corse a tappe: le vittorie al Tour of California e alla Vuelta a Andalucia, conquistate senza vittorie parziali ma grazie a una straordinaria costanza in corsa, sono condite dai podi al Giro di Romandia e al Criterium International e dal sesto posto alla Tirreno – Adriatico, risultati che fanno di questa stagione una delle migliori dell’australiano. In seguito a un Tour sotto le aspettative, giunge quinto nella prova a cronometro ai mondiali svoltisi non lontano dalla sua casa natale a Geelong. In un’intervista rilasciata a termine della stagione, dichiara che la stagione appena conclusa sarebbe stata l’ultima in cui si sarebbe preparato per una gara di tre settimane, per focalizzarsi sulle brevi gare a tappe.
Con la rassegna iridata del 2010 si conclude la sua avventura con la Htc: Micheal infatti passa al Team Sky, ma l’approccio con la nuova squadra non è dei migliori. A causa di una ricaduta della mononucleosi, la sua stagione si chiude con all’attivo una quarantina di giorni di corsa senza risultati degni del suo spessore. La malattia, però, rende Rogers più forte: nel 2012 ottiene una sequenza di prove positive in brevi gare a tappe e si rivela un valido gregario per la conquista del Tour de France da parte di Bradley Wiggins. A gennaio si piazza quarto al Tour Down Under, nel mese di Marzo sale sul podio al Criterium International, conclude in quinta posizione il Tour de Romandie a fine aprile, vince il mese successivo la Bayern Rundfahrt grazie a una grande prova a cronometro nella tappa conclusiva e si piazza alle spalle del capitano Wiggins nella generale del Giro del Delfinato. Al termine della stagione si chiude un altro capitolo della carriera dell’australiano e dalla Sky passa in forza alla Saxo – Tinkoff diretta da Bjarne Riis. Rogers raggiunge i primi risultati di rilievo nel mese di maggio al Tour of California, terminato in seconda posizione alle spalle di Tejay Van Garderen. Corre il Tour de France in supporto al capitano Alberto Contador, ma lo spagnolo non concretizza al meglio il lavoro dell’australiano, terminando la corsa ai piedi del podio. La stagione sembra concludersi nel migliore dei modi con la vittoria alla Japan Cup, ma poche settimane dopo viene annunciata la sua positività al clenbuterolo, riscontro ottenuto proprio con un test effettuato dopo la corsa in terra nipponica. La questione si risolve nell’Aprile del 2014 e Rogers viene scagionato dall’UCI dal momento che è stata provata l’assunzione involontaria della sostanza, entrata nell’organismo dell’atleta per via di una contaminazione alimentare avvenuta in terra cinese. La storia si ripete e, se si può affermare qualcosa sulla carriera di Michael è che quando tocca il fondo, la risalita è rapida e trionfale. Schierato al via del Giro d’Italia dopo quasi sette mesi lontano dalle corse, coglie due importanti successi di tappa: il primo nella frazione con arrivo a Savona grazie ad un allungo in discesa nel finale, il secondo, senza dubbio più epico, in cima allo Zoncolan al termine di una fuga. Un successo che ha un grande significato simbolico e rappresenta il culmine della sua risalita dopo il limbo della sospetta positività. L’appetito vien mangiando – o meglio, vincendo – e a luglio, dopo una buona Route du Sud terminata sul podio, coglie un importante successo parziale al Tour, terminando in solitaria davanti a tutti la tappa con arrivo a Bagneres de Luchon al termine di una lunga fuga. La doppietta Giro – Tour rientra nei programmi dell’australiano anche l’anno seguente, dove viene schierato al via di entrambe le corse in supporto al capitano Alberto Contador. Rogers non coglie soddisfazioni personali, ma grazie al suo lavoro lo spagnolo conquista la vittoria alla corsa rosa. Ogni storia d’amore è destinata a finire e quando un cuore matto si frappone tra i desideri e la realizzazione di questi, non ci si può che rassegnare. Così, dal termine della terza frazione del Dubai Tour 2016, Michael Rogers non è più salito in sella e ha definitivamente attaccato la bici al chiodo ad aprile. Un addio annunciato in grande stile con una profonda lettera pubblica che ripercorre le gioie e i ricordi di un’intensa carriera.
I DOLORI
Fra le macchie nella storia di Rogers salta all’occhio la presunta positività al clenbuterolo registrata il 20 ottobre del 2013. La vittoria alla Japan Cup era per l’australiano il ritorno al successo dopo un anno e mezzo senza alzare le braccia al cielo, ma si è dimostrata l’inizio di un incubo. Alla fine dell’aprile del 2014 l’UCI ha riscontrato un’alta possibilità che la sostanza proibita fosse stata assunta dall’atleta attraverso il consumo di carne: pochi giorni prima dell’arrivo in Giappone, Michael ha disputato il Tour of Beijing e non era un segreto che nei mattatoi cinesi fosse somministrata la droga agli animali per aumentarne le prestazioni in occasione di eventi e corse fra animali di diverse fattorie. Per quanto riguarda il capitolo doping, alla fine del 2012, in corrispondenza all’addio con il Team Sky, circolò la voce che l’australiano non avesse rinnovato perché si sarebbe rifiutato di firmare una direttiva interna della quadra inglese circa la lotta al doping in cui ogni atleta si sarebbe impegnato ad affermare la propria estraneità all’uso di sostanze dopanti in passato. In seguito Rogers smentì questa voce, aggiungendo che i motivi che lo hanno portato al divorzio con la Sky erano altri. Dal punto di vista strettamente sportivo, a parte al Giro d’Italia del 2006 e al Tour del 2009, Rogers non è mai riuscito a far valere le sue capacità di buon passista scalatore dotato di grande costanza durante le corse di tre settimane, fermandosi a puntare sulle gare a tappe di una settimana, che, nel corso della sua carriera, si sono ritagliate un posto privilegiato nei suoi programmi stagionali. Inoltre, l’australiano non ha mai preso parte alla Vuelta a Espana.
IL PALMARES
2000 (Mapei Quickstep Under-23)
2ª tappa Tour Down Under (Adelaide > Goolwa)
2002 (Mapei Quickstep-Latexco , tre vittorie)
2ª tappa Tour Down Under (Hahndorf > Strathalbyn)
Classifica generale Tour Down Under
Classifica generale Tour de Beauce
2003 (Quick Step-Davitamon, sei vittorie)
Classifica generale Giro del Belgio
6ª tappa Giro di Germania (Bretten, cronometro)
Classifica generale Giro di Germania
3ª tappa Route du Sud (Saint-Gaudens > Montréjeau, cronometro)
Classifica generale Route du Sud
Campionati del mondo, Prova a cronometro
2004 (Quick Step-Davitamon, una vittoria)
Campionati del mondo, Prova a cronometro
2005 (Quick Step-Davitamon, una vittoria)
Campionati del mondo, Prova a cronometro
2006 (T-Mobile Team, una vittoria)
3ª tappa Regio-Tour (Schopfheim > Wehr)
2009 (Team Columbia-HTC, una vittoria)
Campionati australiani, Prova a cronometro
2010 (Team HTC-Columbia, due vittorie)
Classifica generale Vuelta a Andalucía
Classifica generale Tour of California
2012 (Sky Procycling, tre vittorie)
2ª tappa Bayern-Rundfahrt (Penzberg > Kempten)
4ª tappa Bayern-Rundfahrt (Feuchtwangen, cronometro)
Classifica generale Bayern-Rundfahrt
2014 (Tinkoff-Saxo, tre vittorie)
11ª tappa Giro d’Italia (Collecchio > Savona)
20ª tappa Giro d’Italia (Maniago > Monte Zoncolan)
16ª tappa Tour de France (Carcassonne > Bagnères-de-Luchon)
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